[da Teleborsa] Il Parlamento europeo ha deciso di aumentare i target UE sulle rinnovabili, chiedendo di portare l’obiettivo al 35% invece del 27%. Secondo alcune proiezioni, infatti, l’attuale obiettivo – supportato da Consiglio europeo e Commissione – non sarebbe sufficiente per rispettare gli impegni presi dall’Ue con l’Accordo di Parigi.
Il Parlamento europeo ha inoltre rafforzato le normative a supporto delle persone che autoproducono energia in casa o unendosi ad una cooperativa. Tra queste, anche regole che renderebbero l’elettricità autoprodotta priva di oneri, prelievi e tasse punitive.
“Il Parlamento ha giustamente riconosciuto che l’UE deve aumentare la quota di rinnovabili se vuole rispettare i suoi impegni sul clima, ma avrebbe dovuto mantenere il focus sulle soluzioni reali, e non su quelle false come i biocombustibili”, dichiara Sebastian Mang di Greenpeace Eu. “Nonostante molti governi europei stiano tenendo ancorati i propri Paesi a nucleare e carbone, invece di puntare sulle rinnovabili, il Parlamento sostiene fermamente il diritto dei cittadini di ottenere e vendere energia prodotta dal sole e dal vento”.
Uno studio redatto da CE Delft e diffuso da Greenpeace nel 2016 mostra come, con il giusto supporto, metà dei cittadini dell’Unione europea potrebbe autoprodurre energia da fonti rinnovabili entro il 2050, coprendo circa il 50 percento della domanda elettrica dell’UE. Le società elettriche fornirebbero invece il resto dell’elettricità rinnovabile di cui ci sarebbe bisogno.