[di Vincenzo Vespri, Professore Ordinario di Matematica presso l’Università di Firenze] Stamani ho deciso di fare una passeggiata per un sentiero nei boschi. L’ordinanza regionale lo permetteva purché non andasse contro alle disposizioni comunali. Ligio al dovere, prima di iniziare la passeggiata, ho chiesto ad un vigile urbano se non fosse proibito fare quella passeggiata. Mi ha risposto in modo confuso, che forse sì, si poteva fare ma non nera sicuro. Visto che era una bellissima giornata, non ho resistito e ci sono andato lo stesso. A metà camminata ho sentito il rumore di droni e di un elicottero. Ho avuto paura che mi dessero la caccia e mi son nascosto sotto la boscaglia per non farmi vedere. Sono rientrato indietro di corsa e proprio all’inizio del sentiero mi sono imbattuto in un gruppo di boy scouts che lo stavano prendendo. Ho chiesto a loro se era permesso prendere quel sentiero. Anche loro, come me non lo sapevano con esattezza, sì, forse, probabilmente era lecito fare la camminata, ma chissà…
Quando mi capitano situazioni come questa, mi sento come Joseph K., il protagonista del processo di Kafka. Oppresso da un potere invasivo ed ambiguo. I droni cercavano “untori” come me? O stavano volando per caso proprio lì? E perché far volare un elicottero per sorvegliare un sentiero fra i boschi? Siamo sommersi da leggi non chiare che lasciano al “giudice” un potere arbitrario ed assoluto. Perché un cittadino non può mai essere sicuro che stia operando secondo la legge? Oddio, c’è un modo per essere sicuro che la legge non ci perseguiti: non fare nulla. Nel Vangelo c’è scritto che chi seppellisce i propri talenti, viene condannato alla Gheenna. In questa Italietta, chi seppelisce i propri talenti vive sogni tranquilli. Chi, invece, cerca di farli fruttare passa, in genere, un sacco di guai. Nessuno è mai stato condannato per non aver fatto nulla anche se la sua inattività ha causato gravi danni. Lo stato, le regioni, i comuni, i ministeri perdono ogni anno soldi dati dalla Comunità Europea perché qualche burocrate preferisce non prendere rischi e trasferisce la “palla” ad un altro ufficio, ad un comitato di esperti, etc etc fino a che i fondi non si perdono.
Questi burocrati, che in uno stato ideale, dovrebbero essere licenziati in tronco, sono intoccabili. In genere è solo il funzionario che vuol fare qualcosa per evitare questo sperpero di soldi che rischia di essere sanzionato perché manca un timbro o perché manca l’autorizzazione di un suo superiore etc etc. Anche adesso, in piena emergenza, la situazione non è cambiata. Il Governo scarica le responsabilità alle Regioni che a loro volta le scaricano ai Comuni e tutti questi le scaricano a pletoriche commissioni di pseudo esperti che si guardano bene dal decidere alcunché. Così non solo un cittadino non sa come comportarsi, ma tutto l’ingranaggio statale diventa assurdo: si è perso folleente tempo prezioso all’inizio facendoci cogliere totalmente impreparati dal contagio , le mascherine non sono arrivate in tempo, i malati di Covid sono stati alloggiati in residenze per anziani, i tamponi non sono stati fatti quando servivano, i test sierologici stanno partendo solo adesso, la fase due è bloccata da previsioni catastrofiche determinate da modelli epidemiologici quasi sicuramente errati, non si è ancora capito perché mai la commissione di 74 (!) esperti abbia scelto proprio l’app Immuni ma in compenso, di essa si è persa ogni traccia (quando e come si applica), etc etc.
Ancora adesso stiamo ulteriormente perdendo tempo prezioso. Se uno leggesse i giornali stranieri, si metterebbe le mani nei capelli. Trapela infatti che in Europa stanno pensando ad una bella patrimoniale per noi italiani. Dovrebbe essere fra il 14 e il 20% delle nostre ricchezze. Si legge se è fattibile mettere una ipoteca su tutto il patrimonio immobiliare. Inoltre se farcela pagare tutta in un colpo solo, o invece a rate, come originariamente previsto dal fiscal compact. Personalmete credo che abbiamo perso troppo tempo per evitarla. E tutto sommato un po’ di ragione i popoli nordici ce l’hanno: il nostro paese è fortemente indebitato ma gli italiani hanno un enorme risparmio privato. L’Italia non puo’ chiedere agli altri Paesi di pagare il debito nazionale se i propri cittadini possiedono ricchezza sufficiente per pagare quel debito. Però sarebbe opportuno iniziare a discutere se gestiamo noi il varo dell’inevitabile (?) patrimoniale o aspettiamo che gli eventi si compiano e lo lasciamo fare alla troika (e vedendo i danni fatti alla Grecia, questa eventualità sarebbe da evitare). Dovremmo discutere se è meglio che sia questo governo (che rappresenta solo una parte dei cittadini) a varare la patrimoniale o, vista l’entità, un governo di unità nazionale probabilmente presieduto da Draghi. Saranno infatti toccate le pensioni, saranno messe tasse sulla casa, saranno intaccati i risparmi privati, saranno ridotti gli stipendi dei pubblici dipendenti, ridotta la sanità pubblica, tagliati ulteriormente i fondi all’Istruzione, insomma non sarà una passeggiata. C’è solo da sperare, che qualora saremo costretti a bere l’amaro calice della patrimoniale, nel contempo sia contestualmente modificata, in meglio, la struttura dello stato. Se lo lasciamo così, altre frisi saranno inevitabili. Le leggi devono essere chiare. La risposta dello stato ad eventuali emergenza deve essere rapida. Il burocrate che non decide, deve essere licenziato, non lasciato al suo posto. Ma temo che l’eventuale patrimoniale toccherà solo i nostri portafogli e i nostri diritti, ma lo stato rimarrà un Leviatano inefficiente come adesso. Citando il Gattopardo: tutto cambierà perché tutto possa continuare come prima.
3 maggio 2020