[di Vincenzo Vespri, Professore Ordinario di Matematica presso l’Università di Firenze] Carisma sostiene che la decisione del governo di avere una fase 2 ad ‘andamento lento’ avrebbe presupposti statistico-matematici decisamente opinabili. Per una volta tanto, i numeri e i modelli matematici hanno un potere di vita e di morte per molte attività commerciali e, di conseguenza, per molte famiglie italiane. Il Comitato tecnico scientifico guidato da Franco Locatelli ha previsto vari scenari: nel peggiore dei quali ci sarebbe il rischio di arrivare a 151mila pazienti contemporaneamente in terapia intensiva a giugno. Mi son letto il documento e l’errore metodologico rilevato da Carisma sinceramente né lo vedo né lo condivido.
Trovo invece che ci sarebbero altre osservazioni da fare.
- Non tutti coloro che sono morti sono passati per la terapia intensiva. Credo siano stati solo la metà. Solo per questa osservazione il numero di malati previsti in terapia intensiva dovrebbe essere dimezzato. Non il numero di morti però…
- Siccome non abbiamo fatto ancora una campagna statistica sierologica per rivelare quante persone hanno già sviluppato gli anticorpi alla malattia (perché?), loro stimano (in modo spannometrico) il numero di morti pari allo 0,65 per cento del totale dei contagiati. Prendiamolo pure per buono anche se mi sembra un po’ altino considerando i test sierologici fatti in Svezia e a New York. Considerando i morti attuali avremmo in Italia 4 milioni e 250 mila immuni. Nello studio del CTS considerano misteriosamente solo i morti fino ai primi di Aprile (perché?) . Inoltre è probabile, anzi certo, che i numeri dei morti per Covid siano stati sottostimati. Ragionevolmente in Italia si potrebbe stimare in 7-8 milioni gli Italiani che avrebbero già sviluppato gli anticorpi.
Fonte: il report del Comitato tecnico scientifico
- La percentuale d’immunità varia da regione a regione. Con le stime precedenti, la Lombardia avrà un 40% di persone contagiate. Il Piemonte, Valle d’Aosta, Trentino e l’Emilia Romagna il 20%, Liguria, Marche e Veneto 10%. Toscana un po’ più del 5%. Le altre regioni una percentuale trascurabile. Gli scenari dovevano essere quindi fatti su base regionale (e non nazionale) perché è certo che se ci fosse una seconda ondata di virus, sarebbe diverso in Lombardia (dove dovrebbe essere stata quasi raggiunta l’immunità di gregge) che al Sud (che è terreno vergine per il virus).
- Non si è tenuto poi in conto il possibile effetto del caldo sul rallentamento del contagio. Quello che è successo nell’emisfero australe e nei paesi tropicali (dove il contagio è stato molto limitato) e numerosi studi (anche se non tutti) suggerirebbero che il caldo e l’umidità rallentino il percorso del virus. Incrociamo le dita e speriamolo!
- Non è stato tenuto nel giusto conto che i progressi medici riducono sia il numero di morti che di terapie intensive. Per esempio questo virus nei bambini piccoli tende a provocare la malattia di Kawasaki ed adesso hanno trovato la giusta terapia per curarla. Hanno inoltre capito che gli adulti muoiono non per polmonite ma per embolia dovuta alle piastrine. Antiinfiammatori e l’aspirina sembrerebbero essere un buon rimedio. Insomma rispetto a un mese fa, i progressi nella terapia sono stati enormi. Probabilmente, se fossero stati conosciuti prima, avrebbero almeno dimezzato i morti e i ricoveri di terapia intensiva avrebbero ridotto la permanenza in terapia. Perciò il numero di malati in terapia intensiva previsti nel peggiore scenario dovrebbero essere quanto meno dimezzati.
- Infine ormai la gente ha capito che deve comportarsi bene. Il CTS ne ha tenuto conto, ma, secondo me, non nella misura giusta. E’ stato troppo prudente.
Fonte: il report del Comitato tecnico scientifico
Perciò tutto sommato 151000 casi di terapia intensiva mi sembrano proprio un’esagerazione. Realisticamente il peggiore scenario dovrebbe contemplare solo 20 mila malati in contemporanea in terapia intensiva che sarebbe comunque un disastro perché determinerebbe il collasso delle strutture sanitarie. Il CTS non ha fatto errori statistico matematici ma è stato eccessivamente prudente. Capisco che il CTS abbia deciso di non rischiare (anche perché senza una campagna di test sierologici, si può solo tentare d’immaginare quale sia il numero di Italiani che abbia già contratto la malattia), ma qui i numeri sono importanti, troppo importanti. Aprire prima l’Italia sarebbe vitale per milioni di attività. E se si danno i numeri un po’ troppo prudenti si rischia di fare molto ma molto male al sistema economico. Molto più male pure del covid19.
30 aprile 2020