[di Vincenzo Vespri, Professore Ordinario di Matematica presso l’Università di Firenze] Oggi lunga telefonata con un mio (quasi) studente. “Quasi” nel senso che non è proprio un mio studente ma che io lo tratto come tale. Deve fare una videoconferenza a Luglio ad Oxford sulle prospettive dello sviluppo della tecnologia blockchain nell’ecosistema industriale toscano, Nei mesi scorsi aveva intervistato vari imprenditori, ma, adesso il contagio ha bloccato tutto. Gli imprenditori stanno pensando solo a salvare la pellaccia, non certo ad investire in nuove tecnologie. Per questa ragione era un po’ amareggiato: sarebbe mai stato ragionevole fare una videoconferenza in cui, presentate le interviste, avesse concluso con una frase tipo “Peccato che sia arrivato il Covid e abbia sconvolto/cancellato tutto quello che vi ho appena raccontato”?
Ho provato a rincuorarlo. Gli ho detto che le cose non stanno così. Per fargli un esempio, gli ho parlato delle estinzioni di massa nella storia che sono periodi geologicamente brevi durante i quali vi è un massiccio sovvertimento dell’ecosistema terrestre, con scomparsa di un grande numero di specie viventi e sopravvivenza di altre che divengono dominanti. Finora ce ne sono state cinque: l’Ordoviciano-Siluriano, il Devoniano superiore, il Permiano-Triassico (la più catastrofica, il 96% delle specie marine scomparvero), il Triassico-Giurassico e il Cretaceo-Paleocene (quando scomparvero i dinosauri). Probabilmente se non ci fossero state queste estinzioni, l’evoluzione della vita sulla Terra sarebbe stata molto più lenta. Allo stesso modo ci sono state grandi crisi che hanno spinto il progresso e l’economia. La peste nera del trecento fu una delle ragioni della fine del MedioEvo e il sorgere del Rinascimento. Le Due Guerre Mondiali fecero da traino ad importanti scoperte scientifiche e rivoluzionarono sia la società che i sistemi produttivi. Secondo me, l’epidemia Covid è una “piccola” estinzione di massa che porterà interessanti ed imprevedibili cambiamenti. Come diceva il CEO di una grande industria d’Informatica, quando c’è abbastanza vento perfino i tacchini volano. Adesso c’è la tempesta del Covid. Il 10-20% delle attività falliranno. Ci sarà spazio per nuove idee, per nuove tecnologie e per una nuova società. Non sono d’accordo con Houellebecq che ha sostenuto che il mondo post Covid sarà uguale a quello di prima, solo un po’ più cattivo. Trovo un po’ miope la politica di Conte che si aspetta che, dopo il vaccino, la vita tornerà alla normalità. E’ infatti pericoloso non capire che è inevitabile che molte attività commerciali-industriali debbano fallire per dare spazio a nuove altre iniziative di business. Il Premier non può puntare solo a difendere il passato. E’ una politica perdente. Deve cercare di cavalcare il presente per puntare al futuro. Ma quali saranno i cambiamenti indotti dal Covid?
Sicuramente il Coronavirus ha stravolto i paradigmi della visione fordista. Si può lavorare (in molti casi) anche in smart working e questo conviene sia ai lavoratori che alla ditta. Questo richiederà un investimento in tecnologie sia di telecomunicazioni che di informatica. Renderà inutili i mega spazi delle mega ditte di Fantozziana memoria. Farà preferire i piccoli borghi (con la loro personalità) alle periferie anonime a masse sempre più crescenti di cittadini. Una rivoluzione nell’urbanistica che si rifletterà anche in un cambiamento della vita sociale. Ci sarà una forte spinta dell’e-commerce. Grandi investimenti in realtà aumentata (per farci scegliere online in vetrine virtuali) e in blockchain (per la tracciabilità delle filiera produttive). Secondo me potrebbe perfino essere superato anche il modello di Amazon. Con una tecnologia trustless come quella della blockchain è certamente possibile mettere direttamente in contatto produttore e consumatore saltando l’intermediario tipo Amazon.
Anche l’Università cambierà. Abbiamo capito che è possibile insegnare anche senza richiedere una presenza costante docenti e studenti. Questo vuol dire che gli studenti potranno scegliere l’Università che vorranno. Nel Paese che vorranno. Perciò , finalmente, si dovrà tener conto dei nostri utenti. Adesso gli studenti chiedono una formazione più o meno indirizzata che li renda capaci sia di inserirsi un ambiente lavorativo e sia di affrontare le difficoltà della vita. Invece noi Professori siamo giudicati praticamente solo per il numero delle pubblicazioni scientifiche prodotte. Citando DiPietro: ma che ci azzecca? Facendo un paragone, è come se i lavoratori che operino in una concessionaria di automobili fossero premiati dal datore di lavoro non per il numero di macchine vendute ma per la loro capacità di rimorchiare colleghi/e durante la pausa alla macchinetta del caffè…
Riassumendo, siamo di fronte a un periodo dove consuetudini sociali e tecnologiche che sembravano non solo ben consolidate ma anche immutabili, saranno messe in discussione. Le nuove tecnologie, come ad esempio lo è la blockchain, avranno possibilità impensabili solo qualche anno fa. Se il meteorite non avesse estinto i dinosauri, non sarebbe stato facile per i mammiferi diventare padroni della terra. D’altra parte crisi deriva dal verbo greco κρίνω, krino, ovvero “separare, distinguere, scegliere”: azione che ha in sé l’idea di un bivio. Il Covid è un bivio per noi: qualche imprenditore non saprà adattarsi alla nuova situazione e soccomberà per lasciare spazio a qualche altro con maggiore spirito di adattamento. Esattamente come è capitato nelle 5 grandi estinzioni di massa.
8 maggio 2020