[pubblicato su Quotidiano Energia del 28 giugno 2021] Vas e diritto di recesso al centro del documento consegnato alla Sogin nell’ambito della consultazione che si chiude a inizio luglio.
“La procedura aperta, assai tardivamente, è un passo necessario, ma non sufficiente per soddisfare le richieste Ue e, soprattutto, per garantire consenso informato e sicurezza della popolazione e del sito per il Deposito nazionale”. E’ uno dei commenti contenuti nelle osservazioni predisposte dalla Commissione scientifica sul decommissioning nell’ambito della consultazione sulla Cnapi lanciata da Sogin a inizio anno e in chiusura il 5 luglio (QE 2515).
Le osservazioni, predisposte dal Prof. Massimo Scalia e dal Dott. Paolo Bartolomei, sono state condivise e firmate dal Prof. Vincenzo Naso, Direttore del Centro Interuniversitario per la Ricerca sullo Sviluppo sostenibile (Girps); Mario Agostinelli, Presidente di “Energia felice; Vittorio Bardi, Presidente di “Oltre il nucleare” e Pasquale Stigliani, Portavoce di “Scanziamo le scorie” (il documento è in allegato).
“È la prima volta nel mondo occidentale”, sottolinea una nota della Commissione, “che si si vogliono collocare in un unico sito sia i rifiuti di bassa-media attività, nel costruendo Deposito nazionale, che lo ‘stoccaggio temporaneo’ dei rifiuti di alta attività, i più pericolosi, nonostante prassi e letteratura internazionale tengano ben separata la gestione di queste due tipologie di scorie nucleari. Lo ‘stoccaggio temporaneo’ richiede un vero e proprio impianto nucleare, che custodisca per decenni i rifiuti ad alta attività, e pertanto esige delle linee guida specifiche”.
“Se si volessero ‘esportare’ all’estero quelli più pericolosi, anche in questo caso, nonostante rappresentino una quantità relativamente piccola, si deve seguire una procedura Ue molto ben definita. Si parla da anni di questa ipotesi – a nostro giudizio assai aleatoria – soprattutto in sede politica, ma non c’è traccia né di accordi con un Paese disposto ad ‘accoglierli’ né dell’ormai mitico sito comunitario’, continua la Commissione scientifica sul decommissioning.
A giudizio degli esperti è pertanto “necessaria una Vas per verificare la compatibilità di un unico sito sia per i rifiuti di bassa e media attività (Deposito nazionale) che per Io stoccaggio ‘temporaneo’ dell’alta attività. Fare i ‘furbi’, dichiarando che vanno bene per lo stoccaggio ‘temporaneo’ i criteri stabiliti per il Deposito nazionale (GT 29, 2014), come hanno fatto sia l’Ispra che l’Isin, vuol dire che non si è imparato nulla dalla ribellione lucana a Scanzano. Si incorre in una sicura infrazione – la Ue ci ha già richiamato proprio per gli inadempimenti sull’alta attività – ma, soprattutto, si scherza con la sicurezza’.
Secondo la Commissione bisogna poi prevedere per legge il diritto di recesso della popolazione coinvolta, “come già si è fatto in Francia, il Paese più ‘nucleare’, dove però si è proceduto con molta maggior attenzione al consenso informato”. La tempistica delle procedure, conclude la Commissione, “prevede quattro anni dalla pubblicazione della Cnapi. Il Governo può perciò contemperare la sollecita predisposizione di atti e decreti finalizzati alla realizzazione del Deposito nazionale con una revisione delle leggi”.
In vista della conclusione della consultazione sulla Cnapi, la commissione Industria del Senato ha deciso nei giorni scorsi, su proposta del presidente Girotto, di riattivare l’affare assegnato sui rifiuti nucleari ascoltando il ministro della Transizione ecologica Cingolani (QE 24/6).