[Pierluigi Sullo, giornalista, già Vice Direttore del Manifesto; Direttore di Carta; collaboratore di riviste politiche e sociologiche] E’interessante come l’Unione europea si stia spaccando in due come una mela, una metà della quale marcia. Da un lato c’è Orban, che si fa dare “pieni poteri” dal parlamento e sine die, cioè in Europa, 75 anni dopo Piazzale Loreto e il bunker della cancelleria a Berlino, ha di nuovo una dittatura. Esagero? Si vedrà. Ma può tollerare l’Unione europea di avere un tale socio? Dalla parte opposta, anche da un punto di vista geografico, il governo portoghese di Costa (alleanza tra socialisti, comunisti e Bloco de Esquerra) fa una cosa estremamente intelligente: tutti i migranti presenti nel paese sono regolarizzati, purché abbiano presentato domanda di permesso di soggiorno o di asilo entro una certa data. Tutti quanti. E perché? Beh, così hanno diritto alla sanità publica e non rischiano di infettarsi in modo sotterraneo e incontrollabile, un pericolo per loro stessi e anche per i portoghesi. Inoltre, possono in questo modo lavorare, fare i mestieri che in un periodo di chiusura delle città sono indispensabili. Ricordo che Orban è quello che ha sigillato le frontiere per difendere il sangue puro degli ungheresi dagli attentati di siriani e poveracci assortiti, e ha ottenuto il risultato di impedire all’industria di lavorare, vista la carenza di mano d’opera, così ha dovuto fare una legge che impone agli ungheresi straordinari infiniti, al lavoro. Bene, il governo italiano da che parte sta?
[Prof. Vincenzo Naso, Direttore del CIRPS] Non è più tollerabile (né gestibile) una distanza così abissale in uno stesso consesso umano, figuriamoci in una “Unione”. L’accelerazione del combinato disposto di Brexit e COVIS-19 porterà tra l’altro alla deflagrazione dell’UE. Non foss’altro che per il fatto che non ci sarà il tempo di ammorbidire, trattare, metabolizzare. Ma… il dopo? Una Unione ristretta? Con o senza la Germania?
2 aprile 2020