[di Vincenzo Vespri, Professore Ordinario di Matematica presso l’Università di Firenze] In attesa del picco, si vivono aspettative esattamente contrarie a quelle dei nostri avi che si aspettavano per il futuro sorti magnifiche e progressive. L’incubo che incombe su di noi è che il Coronavirus non solo stia mietendo migliaia di vittime, non solo stia provocando una grave e dolorosa recessione che ci costerà lacrime e sangue, ma stia anche spazzando via la cultura occidentale e con essa molti dei nostri sogni, delle nostre utopie e delle nostre certezze.
Le aspettative verso l’Europa di noi Italiani sono al minimo. La Lagarde, nella sua gaffe, ha reso palese il suo pensiero verso l’Italia. La Germania ha bloccato l’esportazione di mascherine in un momento in cui noi eravamo in emergenza e loro no (il 4 Marzo). La Repubblica Ceca ha sequestrato un carico di mascherine dirette verso l’Italia. Un medico Inglese, star della TV, ha dichiarato nella sua trasmissione che la decisione dell’Italia di bloccare il paese derivava dalla nostra voglia di non lavorare. Se, nel momento del bisogno, nel momento più drammatico per noi, ci trattano così, che senso ha questa Europa? Che rimanga allora un mero accordo commerciale con libera circolazione di merci e persone, ma nulla di più. Il coronavirus sancirà la fine del sogno europeo?
Il rapporto con gli USA non è molto migliore. Al di là delle telefonate più o meno amichevoli amichevoli di Mike Pompeo, gli USA di Trump non sono vicini all’Italia come in altre occasioni. Hanno interrotto immediatamente i voli verso l’Italia e, come in UK, si sono sentiti nei loro media gli echi dei soliti stereotipi anti-italiani. Gli USA hanno rinunciato a svolgere il ruolo di fratello maggiore che avevano svolto ininterrottamente dal 1945. Non solo un piano Marshall non si vede, ma non si vedono atteggiamenti amichevoli ormai da decenni. Sono più avversari che amici. La decisione della Clinton sia di avallare la politica di Francia ed UK di strapparci i campi petroliferi libici e sia di avviare una destabilizzante politica nei paesi arabi a colpi di prezzolate primavere arabe, è stata una prova concreta che gli USA hanno deciso che noi non rappresentiamo più per loro un alleato strategico. Hanno deciso di fare il “gigante egoista”, di rinchiudersi nel loro splendido isolamento e di curare solo i loro interessi e non quelli degli alleati più lontani. .Questi segnali di forte disimpegno dell’”Occidente” sono stati captati dai Russi e soprattutto dai Cinesi. E’ stato questo blocco politico ad offrirci concreti aiuti. Persino Cuba ha mandato i suoi medici ad aiutarci. D’altra parte per Russi e Cinesi siamo appetibili: siamo in Europa, siamo geograficamente proiettati verso l’Africa e abbiamo una posizione centrale nel Mediterraneo. Una politica miope fatta dai nostri alleati americani ci sta spingendo nelle braccia dei nostri ex-nemici. E questa strategia di cortissimo raggio non è applicata solo contro l’Italia ma riguarda tante altre nazioni, che si sentono orfane degli USA. Il coronavirus sancirà la fine dell’impero Americano?
Anche la Chiesa Cattolica non vive un bel momento. In genere, era proprio nei momenti difficili che la gente riscopriva la Chiesa. La peste, le carestie, le guerre erano i momenti in cui l’insegnamento religioso ritrovava senso. Adesso no. I vecchietti muoiono senza conforto religioso e in modo indecoroso. La Chiesa non riesce più a far arrivare un messaggio al cuore delle persone. Si sentono ripetere solo i soliti discorsi buonisti e new age. Vanno certamente bene per sostenere la campagna ecologista di Greta, tuonando contro il progresso scientifico, ma non sono opportuni in momenti di vero dolore e difficoltà come questi. Il coronavirus sancirà la fine della Chiesa?
Anche la situazione politica italiana non dà segnali migliori. Il Paese non si comporta in modo unitario. Roma è in lotta con Milano. Invece di allestire subito l’ospedale di campo a Milano che era in grave emergenza, è stato deciso di allestire subito posti di terapia intensiva per il Gemelli a Roma quando il sistema sanitario laziale non era ancora sotto stress. D’altra parte la Lombardia agisce in modo indipendente da Roma. Come se fosse uno stato indipendente fa politiche estere senza stare a sentire la Farnesina. Cerca l’aiuto negato da Roma, dalla UE e dagli USA aprendosi, in modo unilaterale, alla Cina e alla Russia e ai loro aiuti. I decreti del Premier sono poco chiari e creano confusione. Non basta più trasmettere l’inno nazionale 24 ore al giorno. La gente si sta sempre più infuriando. Conte rappresenta un parte politica e non tutto il Paese. Il Nord è mostruosamente sotto rappresentato a livello governativo. Sempre più si avverte come necessario un Governo di Unità Nazionale con a capo qualcuno in cui si possano riconoscere TUTTI gli Italiani. Non abbiamo più un Pertini, non abbiamo più un Ciampi? E va bene, mettiamoci Toto Cutugno, mettiamoci Marcello Lippi, mettiamoci chi ci pare, ma mettiamoci uno che possa radunare sotto la sua bandiera tutta l’Italia perché altrimenti, quando l’epidemia di coronavirus terminerà, rischiamo di avere un’Italia divisa in due. E almeno la nostra beneamata Italia cerchiamo di preservarla da questo naufragio annunciato dell’Occidente.
22 marzo 2020